Publish with power, protect your rights

planSCoalitionS-PlanS ha recentemente lanciato una campagna: Publish with power, protect your rights rivolta agli autori per verificare e aumentare la loro conoscenza e consapevolezza rispetto ai propri diritti di proprietà intellettuale.  

La campagna mira a incoraggiare i ricercatori a mantenere i diritti di proprietà intellettuale per poter garantire l’accesso aperto ai propri lavori spiegando le azioni da intraprendere. Per informare gli autori CoalitionS offre varie risorse, tra cui brevi video esplicativi:

  • How to reuse & share your knowledge as you wish through Rights Retention: an explainer video 
  • The right to making one’s work Open Access: key messages 

un quiz per testare la propria consapevolezza:

  • The author’s rights quiz: How well do you know your rights as an author?

e una serie di schede esplicative molto chiare. 

Una risorsa utile disponibile (gratuitamente) per il download, l’utilizzo e la condivisione.

Plan S for Shock. Science. Shock. Solution. Speed

plan s for shockPlan S for Shock è un un volume recentemente pubblicato ad accesso aperto scritto da Robert-Jan Smits, ideatore del Plan S, e Rachael Pells.

Il testo, ripercorrendo la storia dell’accesso aperto e in particolare di Plan S, offre diversi punti di vista nonché interessanti riflessioni sul perché l’accesso aperto è importante e soprattutto sul futuro dell’editoria scientifico accademica. Gli autori sottolineano come l’esperienza della pandemia abbia mostrato quanto la condivisione delle pubblicazioni scientifiche e soprattutto dei dati della ricerca sia fondamentale, e come questa esperienza abbia smascherato una volta per tutte l’insostenibilità del tradizionale sistema editoriale scientifico accademico.

Il volume, una lettura molto stimolante, si conclude con un appello alla comunità scientifica a non ripetere gli errori fatti con gli articoli scientifici quando si tratta di dati, ma al contrario di far tesoro dell’esperienza maturata durante la pandemia e far sì che la libera condivisione dei dati della ricerca diventi la normalità. Questo permetterà alla comunità scientifica di affrontare con maggiore forza le prossime sfide che la attendono: il cancro, il cambiamento climatico, la transizione energetica e la sicurezza alimentare.

Rapporto 2021 di Plan S

PlanSE’ appena stato pubblicato l’ultimo rapporto di Plan S, Accelerating Open Access, che presenta una panoramica delle attività intraprese dalla cOAlition S nel 2021, sia per quanto riguarda i livelli di conformità raggiunti dagli enti finanziatori della coalizione (che sono arrivati a 26) sia in riferimento agli strumenti e servizi che sono stati sviluppati, Journal Checker Tool e il Journal Comparison Service. Nel Rapporto viene anche delineato il supporto di cOAlition S allo sviluppo di nuovi piani editoriali tramite i Transformative Journals, la Rights Retention Strategy e il ruolo che ha svolto la coalizione nell’incoraggiare i piccoli editori a passare all’Open Access. Nell’ultimo anno la coalizione ha inoltre sostenuto la pubblicazione di un rapporto sui Diamond journals ed ha rilasciato una dichiarazione sull’accesso aperto per i libri accademici.

Coalition S ha individuato alcune priorità strategiche per il 2022: il continuo miglioramento delle strategie intraprese finora, la ricerca di nuovi membri per garantire una copertura più internazionale, e ulteriori collaborazioni con le principali associazioni nel campo dell’editoria accademico-scientifica come, ad esempio, DORA, Science Europe e DOAB.

Perché cOAlition non supporta le riviste ibride

pLANs

Pochi giorni fa Plan S ha pubblicato una nota informativa nella quale spiega perché le istituzioni che partecipano a cOAlition S non sosterranno le spese per pubblicare nelle riviste cosiddette ibride sottolineando ancora una volta il ruolo negativo svolto da queste ultime:

1- le riviste ibride non hanno facilitato la transizione verso l’accesso aperto diversamente da quanto “promesso” inizialmente dagli editori

2- la comunità scientifica paga due volte: abbonamento alla rivista e APC per articolo ad accesso aperto

3- pubblicare su riviste ibride costa mediamente di più che pubblicare su riviste ad accesso aperto (£2770 vs £1768)

4- gli editori ibridi offrono servizio di scarsa qualità quando si parla di depositare gli articoli in archivi aperti come Europe PMC o di attribuzione di licenze CC-BY

5- le riviste ibride escludono nuovi modelli di pubblicazione ad accesso aperto e ad oggi rappresentano il maggior ostacolo allo sviluppo di nuove soluzioni e/o nuovi competitor 

6- le riviste ibride sono ad accesso aperto random in quanto contengono un mix casuale di contenuti aperti e a pagamento non permettendo a chi non è abbonato di accedere alla totalità dei contributi pubblicati

Verranno supportate finanziariamente solo quelle riviste ibride che adotteranno un accordo trasformativo che le porterà ad un full OA entro dicembre 2024.

In questo modo gli editori si renderanno conto che il modello ibrido non è più un’opzione praticabile e saranno spinti ad esplorare nuovi modelli di pubblicazione ad accesso aperto. 

PlanS aiuterà l’accesso aperto?

pLANsSegnaliamo l’interessante post di Bernard Rentier, ex rettore dell’Università di Liegi, Will PlanS support or pervert Open Access? nel quale l’autore si chiede, appunto, se l’avvenuta entrata in vigore di PlanS dal 1 gennaio aiuterà o distorcerà l’accesso aperto.
Questa iniziativa richiede ai ricercatori finanziati dagli enti che l’hanno sottoscritta, tra cui anche il Wellcome Trust, di rendere i loro articoli immediatamente accessibili gratuitamente online dopo la pubblicazione. Esistono vari  modi per conformarsi a PlanS, sia pagando le APC agli editori per rendere il proprio articolo liberamente disponibile online, sia depositando l’articolo in un archivio ad accesso aperto. 
Bernard Rentier si chiede se questa iniziativa riuscirà ad avere l’effetto desiderato, alla luce anche del fatto che le principali agenzie di finanziamento della ricerca in Cina, India e Stati Uniti hanno sì espresso il loro sostegno all’Open Access, ma non hanno aderito a PlanS e quindi il suo impatto si farà quindi sentire principalmente su una parte della letteratura scientifica mondiale, quella europea, ponendo i ricercatori che vi si devono adeguare in una posizione di svantaggio a livello internazionale. 
Un altro punto controverso è che, essendo obbligatorio, PlanS offre agli editori, soprattutto quelli che pubblicano riviste prestigiose ad alto Impact Factor, una opportunità per addebitare tariffe di pubblicazione eccessivamente alte. Proprio in riferimento a quest’ultimo punto, Rentier sottolinea che servirà un radicale cambiamento della cultura della ricerca e, soprattutto, delle metriche che vengono utilizzate per la valutazione della ricerca e dei ricercatori.

Journal Checker Tool

cOAlitionS ha da poco rilasciato la versione beta del Journal Checker Tool (JCT), strumento Web che fornisce ai ricercatori suggerimenti su come conformarsi alle richieste del proprio ente finanziatore che aderisce alla politica di PlanS.

In questa prima versione, il JCT fornisce informazioni su una serie di requisiti base di PlanS per stabilire se un dato giornale offra un percorso per la conformità con l’accesso aperto:

  • una licenza CC BY (o equivalente)
  • nessun embargo
  • la capacità di mantenere un copyright sufficiente a consentire l’accesso aperto

In seguito saranno aggiunte altre specifiche tecniche.

Il Journal Checker Tool si usa in modo molto semplice: basta fornire il nome della rivista sulla quale si intende pubblicare, del proprio ente finanziatore e dell’istituto al quale si è affiliati. La combinazione di questi dati produce istantaneamente un risultato che consente di vedere se la rivista scelta è conforme a PlanS e in che modo: è una rivista ad accesso aperto, permette l’autoarchiviazione o applica un accordo trasformativo (transformative agreement).  

Durante questa fase di test,  cOAlitionS si aspetta di ricevere un feedback da parte della comunità di ricerca in modo da migliorare lo strumento prima dell’implementazione di PlanS a gennaio 2021.

Bibliosan 2.0 riprenderà a gennaio. Buone feste!

Open is not forever

Riprendiamo il nostro appuntamento settimanale segnalando un interessante articolo di J. Brainard Dozens of scientific journals have vanished from the internet, and no one preserved them, recentemente pubblicato su Science. 

L’autore affronta un tema tanto importante quanto poco trattato: la scomparsa dalla rete di riviste ad accesso aperto pubblicate solo online (quando gli editori hanno smesso di mantenerle). In particolare l’articolo, che prende spunto dal preprint Open is not forever di M. Laakso e L Matthias pubblicato su Arxiv, parla di 84 riviste di ambito scientifico, svanite dalla rete negli ultimi due decenni e di altre 900 riviste a rischio di scomparsa in quanto inattive. Circa la metà di queste riviste erano pubblicate da istituti di ricerca o società accademiche.

Questi numeri, di per sé spaventosi, nascono dalla constatazione che in media le riviste scomparse hanno funzionato per circa 10 anni prima di svanire. Lo studio evidenzia la necessità di garantire la conservazione degli articoli accademici ma c’è poco consenso su chi debba essere il responsabile ultimo della conservazione digitale delle riviste OA, se gli editori, gli autori, le biblioteche o le università. Una risposta in questo senso arriva da Plan S, che dal 2021 prevede che gli enti finanziatori richiedano che le riviste dove vengono pubblicati i risultati delle ricerche aderiscano a piani di conservazione a lungo termine come CLOCKSS.

Nel complesso, ad oggi, circa un terzo delle riviste indicizzate nella Directory of Open Access Journals (DOAJ) garantisce la conservazione a lungo termine del loro contenuto.

Plan S: aggiornamento delle linee guida

pLANsLa scorsa settimana COAlition S ha rilasciato la nuova versione delle linee guida e delle regole pratiche di implementazione del Plan S.
In occasione del precedente rilascio delle linee guida,  vi erano state critiche da più parti ed era stata pertanto avviata una richiesta di suggerimenti da cui scaturisce questo nuovo aggiornamento nel tentativo di allargare il consenso.
Restano sempre validi i principi fondamentali (come ad esempio la non accettazione del modello ibrido, la necessità di stabilire un giusto prezzo per i rimborsi APC) ma vengono introdotte alcune novità, le principali sono:

  • è stata posticipata al 1 gennaio 2021 la data di avvio
  • per quanto riguarda le licenze, in alcuni casi, previa valutazione da parte dei finanziatori, è prevista l’opzione CC-BY-ND (licenza che permette di distribuire l’opera originale senza alcuna modifica, anche a scopi commerciali, a condizione che venga riconosciuta una menzione di paternità adeguata e venga fornito un link alla licenza)
  • il periodo di messa a regime (transformative agreement) è prorogato al 2024
  • sono stati rivisti i requisiti tecnici per i repository ad accesso aperto rendendo l’opzione più praticabile
  • viene data maggiore importanza al cambiamento del sistema di valutazione della ricerca: i finanziatori di cOalition S si impegnano esplicitamente ad adeguare i criteri con cui valutano i ricercatori e la produzione accademica

Resta da vedere se queste implementazioni porteranno nuove istituzioni ad unirsi al consorzio COAlition S.

Prime reazioni degli editori a PlanS

pLANsÉ della settimana scorsa un interessante post, pubblicato su Science magazine, che riporta le prime reazioni di alcuni editori nel tentativo di soddisfare i criteri stabiliti da Plan S,  in particolare il punto che prevede che dal 1 gennaio 2020, ogni articolo dovrà essere pubblicato in Open Access immediato (nessun embargo possibile) con una licenza CC-BY (Creative Commons Attribuzione, per il massimo riuso) su riviste o piattaforme ad accesso aperto, stabilendo un tetto massimo alle APC, qualora richieste, e non ammettendo alcun tipo di pubblicazione ibrida.

Alcuni editori stanno prendendo in considerazione un approccio che sperano sia conforme al Plan S e al tempo stesso gli permetta di mantenere inalterato il ricavato dagli abbonamenti: permettere agli autori di pubblicare i propri manoscritti in archivi aperti non appena i loro articoli saranno pubblicati. Ritengono infatti che offrire agli autori la green road sia l’opzione meno pericolosa, poiché solo il 3,3% circa degli articoli pubblicati sono scritti da autori che ricevono sostegno dai finanziatori di Plan S.

Si tratta sostanzialmente della cosiddetta “green road”, da sempre caldeggiata dai promotori del movimento Open Access, e prevista dalla bozza del PlanS.

L’articolo riporta le posizioni di diversi editori che al momento sembrano favorire questa soluzione rispetto alla possibilità di convertire le proprie riviste in riviste ad accesso aperto (“gold road”), ma anche la perplessità di altri, come ad esempio Springer Nature, che ad oggi valuta la “gold road” la soluzione più sostenibile.

Transformative agreements e PlanS: verso l’Open Access globale

oa-badge-2Segnaliamo un’interessante giornata di incontro che si terrà giovedì 21 febbraio presso la Biblioteca Centrale del CNR a Roma dal titolo: Transformative agreements e PlanS: verso l’Open Access globale.
I contratti con gli editori commerciali giocano sempre più un ruolo cruciale per compiere il passaggio definitivo verso un sistema di pubblicazione Open Access.
Le biblioteche di ricerca e i consorzi hanno iniziato a negoziare “transformative agreements” per scardinare gli editori dalle posizioni attuali.
Cosa sta cambiando nella contrattazione? e per le biblioteche?
Che ruolo può giocare PlanS?
Partecipano alla giornata Colleen Campbell (OA2020), Silvana Mangiaracina (CNR BO), Elena Giglia (UniTO) e Stefano Bianco (PlanS).

La partecipazione è libera previa registrazione.