E’ stato da poco pubblicato sulla rivista Nature un interessante articolo, Synchronized editing: the future of collaborative writing, che elenca e descrive alcune nuove funzioni legate agli strumenti di scrittura condivisa (strumenti che consentono a gruppi di ricercatori di elaborare documenti scientifici da remoto e in maniera collettiva).
A differenza di Google Docs, forse lo strumento di scrittura condivisa più conosciuto, gli strumenti di cui si parla nell’articolo hanno funzionalità molto avanzate e specifiche per la comunità della ricerca e, ad esempio:
- supportano LaTeX, il linguaggio preferito da fisici, matematici e scienziati informatici (Authorea e Overleaf )
- gestiscono i riferimenti bibliografici (Authorea, ad esempio, ha un pulsante “cita” che consente agli utenti di effettuare ricerche su PubMed o CrossRef o di inserire articoli tramite DOI o URL; Manubot ha una funzionalità per creare bibliografie usando un DOI, un identificatore arXiv o un URL senza bisogno di un riferimento bibliografico)
- supportano la gestione di codici e di dati (con Authorea e Manuscripts.io gli autori possono incorporare ed eseguire codici software nei propri articoli o raggruppare le figure insieme ai dati che sono stati utilizzati per crearle)
- prevedono la possibilità di inviare direttamente gli articoli a riviste e archivi di preprint (Authorea, ad esempio, consente agli autori di inviare direttamente i propri articoli a circa 41 riviste e archivi di preprint)
Anche per quanto riguarda Google Docs, si stanno studiando nuovi strumenti utili alla sua implementazione, un esempio è un plug-in, creato da Stencila, che consente agli autori di inserire nei documenti blocchi di codice eseguibili, tabelle di dati ed equazioni.