The state of Open Data 2021

OA2021E’ stato pubblicato da Figshare a fine novembre il rapporto annuale The State of Open Data 2021, nato nel 2016 per esaminare le attitudini e le esperienze dei ricercatori nei riguardi della condivisione dei dati della ricerca. 

Quest’anno si è partiti da una riflessione: nonostante il numero crescente di politiche sulla condivisione dei dati da parte di editori, enti finanziatori ed istituzioni, e i significativi miglioramenti all’infrastruttura tecnica necessaria per supportare la condivisione dei dati (si pensi, ad esempio, alla European Open Science Cloud – EOSC), come mai ancora adesso nella maggior parte delle riviste si legge che i  “dati sono disponibili su richiesta” e perché ancora molti ricercatori esitano a condividere i dati e renderli FAIR

Le motivazioni sono complesse e, per darne una panoramica, il rapporto di quest’anno si basa sul confronto delle risposte date dai ricercatori ai vari quesiti durante questi sei anni (più di 21.000 risposte provenienti da ricercatori di 192 paesi diversi).

La cosa più sorprendente che emerge dalle risposte è che, mentre la consapevolezza da parte dei ricercatori delle problematiche relative alla condivisione dei dati e dei principi FAIR è aumentata con gli anni, è aumentata di pari passo anche la loro resistenza nel condividere i propri dati a causa di varie preoccupazioni tra cui il timore di un uso improprio dei dati, di non ricevere credito o riconoscimento, o dubbi sul copyright e le licenze d’uso.

Il rapporto di quest’anno ha al suo interno anche una raccolta di testi che discutono le sfide e le soluzioni relative a questo aspetto del panorama della ricerca, come, ad esempio, il ruolo del data curator o suggerimenti per coinvolgere i ricercatori nella condivisione dei dati.

Open Science e Covid-19. Collaborare per contrastare la pandemia

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Riprendiamo il nostro appuntamento settimanale segnalando un interessante webinar “Disponibilità e uso dei dati epidemiologici in pandemia: difficoltà e opportunità” organizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.

Il webinar, episodio della serie di incontri “Open science e Covid-19. Collaborare per contrastare la pandemia”, verterà sull’analisi e la condivisione dei dati epidemiologici in Italia e sul loro utilizzo per monitorare e contrastare la pandemia da Covid-19. Un’occasione per riflettere sull’importanza di questi dati ai fini della gestione della salute pubblica alla luce dell’esperienza maturata nei lunghi mesi della pandemia.

Per partecipare al webinar, che si terrà martedì 28 settembre dalle 15 alle 17, è necessario registrarsi.

Data Fusion e Open science

conferenzaGARRSegnaliamo, all’interno della Conferenza GARR “Sostenibile/Digitale. Dati e tecnologie per il futuro” che si terrà in modalità virtuale e gratuita dal 7 al 16 giugno, la sessione Data Fusion e Open Science del 15 giugno dalle 10 alle 12:30. 

Il tema centrale della conferenza GARR di quest’anno sono le modalità sostenibili di sviluppo della tecnologia e l’uso di dati e tecnologie per il futuro, chi è interessato ad iscriversi ad una o più giornate, o all’intero evento, può trovare a questo link il programma completo e la pagina dove effettuare la registrazione 

Inoltre, la conferenza sarà affiancata da corsi di formazione sui temi affrontati, per rimanere aggiornati sul calendario dei corsi è possibile iscriversi su https://learning.garr.it

Convegno OAI12

oai12_posterQuest’anno la dodicesima edizione del convegno OAI The Geneva Workshop on Innovations in Scholarly Communication, uno degli appuntamenti più importanti in area Open Science, si terrà in modalità virtuale dal 6 al 10 settembre e sarà completamente gratuita.

Gli argomenti che verranno trattati durante il convegno saranno: 

  • scholarly publishing
  • digital research data in the era of EOSC and FAIR
  • research integrity: how are changes in research practice re-shaping our thinking about what research integrity should be?
  • diversity, inclusion and collaboration
  • the future of open science

Gli organizzatori dell’evento invitano chi è interessato a partecipare a registrarsi qui

The State of Open Data 2020

E’ stato pubblicato lo scorso mese da Figshare il rapporto annuale The State of Open Data 2020, nato nel 2016 per esaminare le attitudini e le esperienze dei ricercatori nei riguardi della condivisione dei dati della ricerca. Il rapporto, il quinto della serie, quest’anno si è concentrato sull’impatto dell’attuale pandemia da Covid-19 sulle pratiche della ricerca.

Il sondaggio, che ha ricevuto circa 4.500 risposte, ha chiesto ai ricercatori in che modo la pandemia stesse influenzando la loro capacità di condurre ricerche, le loro pratiche di condivisione e il riutilizzo dei dati. 

Per quanto riguarda l’effetto del covid, i dati più significativi raccontano che circa un terzo (32%) dei ricercatori ha riferito che la propria ricerca è stata “estremamente” o “molto” influenzata dall’epidemia e che discipline più colpite sono sono state nell’ordine: Chimica (47%), Biologia (39%), Medicina (36%) e Scienza dei materiali (36%). La metà degli intervistati inoltre ritiene che la pandemia porterà ad un maggiore riutilizzo dei dati aperti e il 65% prevede di riutilizzare i propri dati; più di un terzo dei ricercatori afferma di aspettarsi una maggiore collaborazione come risultato del COVID-19, ma se ci riferiamo a coloro che  fanno ricerca in ambito medico o lavorano in ambito clinico la percentuale aumenta in modo significativo.

Per quanto riguarda i temi più generali, relativamente ai dati aperti emerge che il numero di intervistati che non ha mai realizzato un piano di gestione dei dati si è dimezzato dal 30% al 15%. Inoltre, se nel 2018 il 60% degli intervistati non aveva mai sentito parlare dei principi FAIR, quest’anno il numero è sceso al 39% e il 24% dichiara di avere familiarità con i principi FAIR rispetto al dato precedente del 15%. Ben il 55% degli intervistati ritiene che la condivisione dei dati dovrebbe far parte dei requisiti per l’assegnazione dei finanziamenti.

Complessivamente, i dati raccolti sembrano andare nella giusta direzione e la pandemia ha sicuramente messo in luce il valore e l’importanza della condivisione e di una buona gestione dei dati per poter garantire la riproducibilità e l’affidabilità della ricerca.

Webinar: Covid-19 e condivisione dei dati: perché in Italia si fa troppo poco?

Segnaliamo un interessante seminario: Covid-19 e condivisione dei dati: perché in Italia si fa troppo poco? organizzato dai nodi italiani di OpenAIRE, ELIXIR, RDA e EOSC Pillar in cui verranno illustrati gli strumenti e le pratiche dell’Open Science per contrastare la crisi sanitaria in corso. 

Con la pandemia da COVID-19 è infatti diventata evidente la necessità di aderire ad un modello di scienza aperto e collaborativo per condividere i dati e gli altri risultati della ricerca scientifica. Verranno inoltre illustrate le principali iniziative europee per la condivisione di dati e risultati di ricerca all’interno della comunità scientifica.

Per partecipare al webinar, che si terrà lunedì 16 novembre dalle 15 alle 17, è obbligatorio registrarsi entro domenica 15 novembre a questo link. Un’ora prima dell’evento gli iscritti riceveranno via email il link per partecipare.

Open Science, Open Access FAIR data, EOSC, webinar in collaborazione con OpenAIRE

OPAIREInizia domani un corso online su Open Science, Open Access, dati FAIR e European Open Science Cloud, organizzato da OpenAIRE, in collaborazione con l’Unità di progetto Formazione dell’Università di Torino. Docente: Elena Giglia dell’Università di Torino, Unità di progetto Open Access.

Il corso prevede tre incontri (19, 22 e 25 giugno) da due ore ciascuno in cui si affronteranno:

– la crisi dell’attuale modello di comunicazione scientifica e l’alternativa Open, con gli strumenti per aprire ogni passo del ciclo della ricerca 

– l’Open Access in pratica, con una panoramica sulle politiche europee per testi e dati, e sulla European Open Science Cloud

– come gestire i dati della ricerca, come renderli FAIR e come aprirli, se e quando possibile

Il primo incontro si terrà domani, venerdì 19 giugno alle ore 10:00:
LA CRISI DELLA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA E L’ALTERNATIVA OPEN

2 incontro: OPEN ACCESS E POLITICHE EUROPEE
Lunedì 22 giugno alle 14.00 

3 incontro: DATI DELLA RICERCA, DATI FAIR, DATI OPEN (E COME SCRIVERE UN DATA MANAGEMENT PLAN)
Giovedì 25 giugno 25 alle 14.00

I link alle sessioni Webex sono alla pagina:
https://www.oa.unito.it/new/open-science-open-access-fair-data-eosc-webinar-in-collaborazione-con-openaire/

CORD-19

cord-19In risposta alla pandemia di COVID-19, l’Allen Institute for AI ha collaborato con alcuni importanti gruppi di ricerca per preparare e distribuire il COVID-19 Open Research Dataset (CORD-19), risorsa gratuita che ad oggi archivia oltre 45.000 articoli accademici, di cui oltre 33.000 con testo completo, e relativi dati, su COVID-19, SARS-CoV-2 ed i coronavirus in generale.

Questo database viene aggiornato settimanalmente, man mano che nuovi articoli vengono revisionati e pubblicati su riviste scientifiche e man mano che nuovi preprint vengono caricati su bioRxiv, medRxiv ed altri archivi ad accesso aperto.

Sul sito è possibile sia fare delle ricerche tramite il CORD-19 Explorer (abbastanza semplice, nella pagina è presente anche un elenco di strumenti che permettono una ricerca più estensiva) sia scaricare localmente tutto il set di dati per fare data e text mining, principale attrattiva del sito.

“S-legami” Open Access – Manuale d’uso per ricercatori

aprequaderniSegnaliamo l’uscita del Quaderno APRE “S-legami” Open Access – Manuale d’uso per ricercatori.
Il documento nasce nell’ambito delle attività svolte dal Gruppo di Lavoro APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea) dedicato all’Open Science e si sviluppa come un manuale d’uso per i ricercatori sul tema Scienza Aperta e, nello specifico, su Open Access e Open Data.
La sua redazione ha coinvolto tutti i membri del Gruppo di lavoro, composto da rappresentanti delle biblioteche e degli uffici di supporto alla ricerca di diverse università e centri di ricerca italiani.
Il manuale è il prodotto finale di un lavoro che si è sviluppato in 3 fasi:

  • raccolta delle domande più comuni poste dai ricercatori in materia di Open Access e Open Data alle proprie strutture di appartenenza: biblioteche e/o grant office
  • le domande raccolte sono state suddivise in 6 temi che rappresentano le sezioni del manuale: I falsi miti, Considerazioni individuali, Peer Review e Impact Factor, La proprietà intellettuale e il contratto con l’editore, Quello che i ricercatori non sanno e Open Access e progetti europei
  • redazione delle risposte alle domande e preoccupazioni più frequenti dei ricercatori

Il manuale è di facile consultazione in quanto mantiene la struttura in domanda e risposta permettendo di individuare rapidamente le proprie perplessità e le relative risposte poste sempre in modo preciso e sintetico.

Linee guida per la selezione degli archivi di dati

open scienceL’editore Springer Nature sta collaborando con diversi editori (tra cui PLoS, F1000, Wiley, Taylor and Francis, Elsevier e Cambridge University Press), e con FAIRsharing e DataCite, per sviluppare una serie di criteri fondamentali per l’identificazione e la selezione di archivi di dati che possano essere raccomandati ai ricercatori quando intendono pubblicare i dati alla base delle proprie ricerche. 
Nella bozza di lavoro sono stati al momento elencati criteri essenziali e criteri desiderabili (non così diffusi al momento da poterli considerare come un filtro essenziale nella valutazione di un archivio di dati).
Alla base di questa collaborazione c’è la convinzione che, se si vuole che i ricercatori comincino a considerare i set di dati come risultato accademico di pari valore delle pubblicazioni di ricerca più tradizionali, editori e singole riviste dovrebbero raccomandare archivi di dati basandosi su criteri chiari e condivisi.
In questa prima fase, il lavoro è indirizzato soprattutto a editori, a riviste e a chi gestisce archivi aperti ma tutti possono andare a leggere il draft e commentarlo fino a fine gennaio 2020.