Action plan for diamond open access

OAplanScience Europe, coAlition S, OPERAS e Agence Nationale Recherche (ANR) hanno presentato l’Action plan for diamond open access, un piano d’azione per lo sviluppo sostenibile dei cosiddetti open access diamond journals (riviste ad accesso aperto che non richiedono APC/costi per pubblicare). 

Il piano si concentra su quattro punti fondamentali: l’efficienza, il mantenimento di standard di qualità, il rafforzamento delle capacità e la sostenibilità, e prende in considerazione lo sviluppo di risorse comuni per l’intero ecosistema delle riviste “diamond”, inclusi giornali e piattaforme, nel rispetto della loro diversità culturale, linguistica e disciplinare che costituisce la forza del settore. Il piano d’azione, nato dal report The OA diamond journals study sullo stato dell’arte degli open access diamond journals, ha lo scopo di creare una comunità globale che disponga degli strumenti per rafforzare le riviste e le piattaforme Diamond OA esistenti in modo da aumentarne l’impatto e la visibilità.

Project JASPER

jasperIl progetto JASPER (JournAlS are Preserved forevER) è un’iniziativa nata per assicurare la conservazione a lungo termine delle riviste ad accesso aperto. È stato lanciato in occasione della Giornata mondiale della conservazione nel 2020 in risposta ad un preprint Open is not forever (ora pubblicato sul Journal of the Association for Information Science and Technology ) che mostrava che le riviste online, sia ad accesso aperto che chiuso, possono semplicemente scomparire da Internet.

Il progetto, attualmente in fase iniziale, vede la collaborazione di CLOCKSS, DOAJ, Internet Archive, Keepers Registry e PKP, ed è indirizzato a favorire la pratica della conservazione a lungo termine delle riviste ad accesso aperto pubblicate da editori che non hanno le risorse economiche per permettersi di pagare per i servizi attualmente disponibili sul mercato. Partendo da un elenco di riviste indicizzate in DOAJ che non fanno pagare le APC (definite “diamond” OA), i cinque partner in questa prima fase del progetto stanno studiando quale possa essere la via più sostenibile per facilitare l’archiviazione di riviste. In questa fase il Progetto sta coinvolgendo servizi di archiviazione che già partecipano al Keepers Registry, più avanti sarà allargato ad altri.

Pay to close: ResearchEquals

researchequalsResearchEquals è una nuova piattaforma di pubblicazione ad accesso aperto sviluppata da Liberate Science.

La piattaforma, lanciata la scorsa settimana, consente ai ricercatori di pubblicare il loro processo di ricerca passo dopo passo, condividendo gli elementi costitutivi della ricerca in modo continuo e in ordine cronologico. Tutti i risultati della ricerca possono essere pubblicati, indipendentemente dal fatto che siano testo, dati, codice o qualsiasi altra cosa, e ogni passaggio ottiene un DOI che può essere collegato agli altri via via che la ricerca procede permettendo in questo modo di documentarne tutto il percorso indipendentemente dall’output, risultati negativi compresi.

ResearchEquals è “pay to close”, il che significa che pubblicare con licenza CC0 o CCBY è a costo zero, viceversa se si vuole pubblicare con licenze più restrittive bisogna pagare da 149,99 euro per una licenza CC BY SA fino a 549,99 per una licenza all rights reserved.

Un’idea rivoluzionaria, che capovolge uno dei capisaldi dell’accesso aperto e apre a nuovi scenari futuri.

La risposta del sistema della comunicazione scientifica alla pandemia di COVID-19

reportAll’inizio di dicembre è stato pubblicato un rapporto, Scholarly communication in times of crisis: The response of the scholarly communication system to the COVID-19 pandemic, che analizza in che modo il sistema di comunicazione scientifica (produzione, valutazione e diffusione dei risultati della ricerca) ha risposto alla crisi innescata dalla pandemia da Covid-19.

Il rapporto è stato scritto da un gruppo composto da ricercatori, editori ed altri esperti di comunicazione scientifica associati all’iniziativa Rapid Reviews COVID-19.

All’inizio del 2020 il Wellcome aveva fatto partire una iniziativa, firmata da oltre 30 editori, dove si richiedeva che tutte le pubblicazioni relative al COVID-19 fossero rese accessibili gratuitamente per tutta la durata della pandemia, che i lavori sul COVID-19 fossero resi disponibili immediatamente (prima della loro  pubblicazione su riviste) tramite server di preprint e che i dati della ricerca fossero condivisi appena disponibili. 

Questo rapporto esamina la misura in cui questi impegni chiave presi all’inizio della pandemia – comprese anche la velocizzazione dei tempi di pubblicazione degli articoli e la implementazione della peer review dei preprint – sono stati realizzati, tra i dati riportati: 

  • circa il 90% degli lavori relativi al COVID-19 peer reviewed è accessibile
  • vi è un maggiore interesse nel pubblicare articoli sui server di preprint prima di inviarli ad una rivista peer-reviewed, soprattutto in ambito medico
  • il rapporto tra preprint e lavori successivamente pubblicati su riviste peer reviewed resta però molto basso, circa il 5% 
  • anche se la condivisione delle sequenze del genoma SARS-CoV-2 è stata chiaramente un successo nella lotta alla pandemia, nel complesso la condivisione dei dati relativi al COVID-19 è rimasta relativamente bassa

Il rapporto si conclude con delle raccomandazioni e una importante considerazione: la pandemia ha mostrato l’enorme potere dell’apertura dei risultati della ricerca nel consentire una risposta globale alle emergenze e sottolinea che ne potrebbero beneficiare in futuro altre sfide che attendono il mondo della ricerca come, ad esempio, l’emergenza climatica e la lotta alle malattie cardiovascolari e ai tumori. 

Bibliosan 2.0 riprenderà a gennaio. Buone feste!

Cofactor Journal Selector non è più disponibile

cofactorL’ideatrice del Cofactor Journal Selector, Anna Sharman, ha comunicato lo scorso 25 ottobre che questo strumento per la selezione delle riviste su cui pubblicare non sarà più disponibile.

Cofactor Journal Selector era uno dei vari siti che indicizzano e valutano le riviste fornendo informazioni utili come la presenza o meno di tariffe per la pubblicazione, i tempi medi di accettazione e pubblicazione di un articolo o la possibilità o meno di pubblicare ad accesso aperto.

Anna Sharman afferma che lo strumento necessitava di aggiornamenti costanti, ed era arrivato al punto di dover essere sostanzialmente ricostruito per supportare correttamente i vari browser e per l’accessibilità, quindi ha pensato di “sacrificarlo” per dare più energia all’altra attività di cui si occupa, la formazione su come scrivere ed essere pubblicati in ambito scientifico.

PLoS sperimenta nuovi modelli di pagamento alternativi alle APC

plosPLoS, uno dei più conosciuti editori Open Access, sta sperimentando metodi di finanziamento alternativi al modello delle APC basati su accordi con le istituzioni che permettano la pubblicazione illimitata da parte di tutti gli autori che vi fanno parte.

Al momento, PLoS sperimenta 3 diversi tipi di finanziamento alternativi alle APC, differenti a seconda delle riviste su cui si intende pubblicare ma che presuppongono tutti e tre un corrispettivo fisso da parte delle istituzioni:

  • Flat Fee Agreements, dove la quota fissa annuale viene calcolata in base allo storico degli articoli pubblicati dall’istituzione ed in base alle tariffe di pubblicazione correnti
  • Community Action Publishing (CAP), in cui le spese di pubblicazione di un dato articolo sono valutate in base alle esigenze di pubblicazione di tutti gli autori che hanno contribuito al lavoro, in modo che siano distribuite in modo più equo tra tutte le istituzioni rappresentate (a fine anno, la parte di corrispettivo annuale fisso che risulta pagato in eccedenza viene restituito alle istituzioni al momento del rinnovo dell’accordo di pubblicazione)
  • Global Equity, la quota annuale in questo caso viene calcolata in base al potenziale di pubblicazione dell’istituzione e alla sua classificazione secondo la World Bank (ad esempio, istituzioni di Paesi a reddito medio-basso pagheranno meno di quelle dei Paesi a reddito medio-alto)

Partendo dal presupposto che, in questo momento, diversi tipi di riviste possono essere supportati meglio da diversi tipi di modelli istituzionali e che alcuni autori o enti finanziatori preferiscono ancora utilizzare il modello delle APC, PloS dichiara che comunque al momento continuerà anche a mantenere in parallelo la pratica del pagamento delle APC per coloro che le preferiscono, o ne hanno bisogno.

Convegno OAI12

oai12_posterQuest’anno la dodicesima edizione del convegno OAI The Geneva Workshop on Innovations in Scholarly Communication, uno degli appuntamenti più importanti in area Open Science, si terrà in modalità virtuale dal 6 al 10 settembre e sarà completamente gratuita.

Gli argomenti che verranno trattati durante il convegno saranno: 

  • scholarly publishing
  • digital research data in the era of EOSC and FAIR
  • research integrity: how are changes in research practice re-shaping our thinking about what research integrity should be?
  • diversity, inclusion and collaboration
  • the future of open science

Gli organizzatori dell’evento invitano chi è interessato a partecipare a registrarsi qui

Direct to Open: MIT Press lancia un nuovo modello di accesso aperto per le monografie

D2O

MIT Press ha recentemente annunciato il lancio di Direct to Open (D2O), nuovo modello collaborativo di finanziamento per l’accesso aperto basato sul supporto delle biblioteche, che prevede che dal 2022 tutte le nuove monografie e le raccolte pubblicate dal MIT Press saranno ad accesso aperto sulla sua piattaforma di e-book.

Le biblioteche che sceglieranno di aderire all’iniziativa avranno l’opportunità, pagando una quota di partecipazione tarata in base alle proprie caratteristiche (tipologia, dimensione, budget), di garantire l’accesso aperto alle nuove pubblicazioni del MIT Press.

In questo modo MIT Press avrà anche la possibilità di coprire, parzialmente, i costi diretti per la pubblicazione di opere di alta qualità che resteranno disponibili anche per l’acquisto a stampa. Per incentivare le iscrizioni, ai soli membri di D2O sarà garantito l’accesso al catalogo completo dell’editore, circa 2.300 titoli.

Questa nuova sinergia tra university press e biblioteche fa ben sperare nell’ottica di un nuovo ecosistema dell’editoria accademica che vede le biblioteche giocare un ruolo sempre più importante.

PlanS aiuterà l’accesso aperto?

pLANsSegnaliamo l’interessante post di Bernard Rentier, ex rettore dell’Università di Liegi, Will PlanS support or pervert Open Access? nel quale l’autore si chiede, appunto, se l’avvenuta entrata in vigore di PlanS dal 1 gennaio aiuterà o distorcerà l’accesso aperto.
Questa iniziativa richiede ai ricercatori finanziati dagli enti che l’hanno sottoscritta, tra cui anche il Wellcome Trust, di rendere i loro articoli immediatamente accessibili gratuitamente online dopo la pubblicazione. Esistono vari  modi per conformarsi a PlanS, sia pagando le APC agli editori per rendere il proprio articolo liberamente disponibile online, sia depositando l’articolo in un archivio ad accesso aperto. 
Bernard Rentier si chiede se questa iniziativa riuscirà ad avere l’effetto desiderato, alla luce anche del fatto che le principali agenzie di finanziamento della ricerca in Cina, India e Stati Uniti hanno sì espresso il loro sostegno all’Open Access, ma non hanno aderito a PlanS e quindi il suo impatto si farà quindi sentire principalmente su una parte della letteratura scientifica mondiale, quella europea, ponendo i ricercatori che vi si devono adeguare in una posizione di svantaggio a livello internazionale. 
Un altro punto controverso è che, essendo obbligatorio, PlanS offre agli editori, soprattutto quelli che pubblicano riviste prestigiose ad alto Impact Factor, una opportunità per addebitare tariffe di pubblicazione eccessivamente alte. Proprio in riferimento a quest’ultimo punto, Rentier sottolinea che servirà un radicale cambiamento della cultura della ricerca e, soprattutto, delle metriche che vengono utilizzate per la valutazione della ricerca e dei ricercatori.

Scopus aggiunge i preprint sul profilo degli autori

scopus

Scopus ha annunciato di aver incorporato i preprint sul profilo degli autori. Al momento vengono presi in considerazione solo i preprint caricati dal 2017 su alcuni dei più conosciuti server di preprint: arXiv, bioRxiv, ChemRxiv e medRxiv (per SSRN si dovrà aspettare la fine dell’anno).

Scopus afferma che sta apportando questo cambiamento perché vede i preprint come una parte importante del ciclo della ricerca e che questa aggiunta consentirà ad altri studiosi di “identificare potenziali collaboratori” che stanno eseguendo ricerche “all’avanguardia”. 

L’aggiunta dei preprint aiuterà anche a fornire una panoramica più completa del lavoro di un ricercatore, infatti si sta anche valutando la possibilità di collegarli alle loro versioni eventualmente pubblicate su riviste per mostrarne l’intero percorso. 

I preprint verranno aggiunti solo ai profili degli autori che hanno già delle pubblicazioni peer reviewed indicizzate in Scopus e, ovviamente, saranno separati da queste in quanto per il conteggio delle metriche non verranno prese in considerazione le citazioni da loro ricevute.