Open-Science.it  La scienza condivisa

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La scorsa settimana, in occasione della GenOA week, è stato lanciato il portale Open-Science.it  La scienza condivisa.

Si tratta di una risorsa ricca di informazioni e materiale informativo e aggiornamenti, a carattere nazionale e internazionale, sull’open science e sull’accesso aperto ai risultati della ricerca. 

Vista la complessità del tema, e le diverse implicazioni in gioco, le informazioni e le risorse fornite sono selezionabili in base a 4 specifici punti di vista: ricercatore, ente di ricerca, ente finanziatore e cittadino. Per ognuno di essi si può scegliere tra le seguenti tematiche: open science, gestione dei dati della ricerca, regolamenti open science, repository, enti finanziatori e open access, servizi e open sience progetti e iniziative. Questa struttura permette una navigazione mirata. 

E’ inoltre disponibile sulla home page un catalogo per trovare le risorse e i materiali relativi alle diverse tipologie di contenuti e di attività affrontate nel portale come, ad esempio, politiche istituzionali adottate per l’accesso aperto, documentazione ufficiale delle agenzie di finanziamento nonché gli eventi che vengono annunciati sul sito.

Cofactor Journal Selector non è più disponibile

cofactorL’ideatrice del Cofactor Journal Selector, Anna Sharman, ha comunicato lo scorso 25 ottobre che questo strumento per la selezione delle riviste su cui pubblicare non sarà più disponibile.

Cofactor Journal Selector era uno dei vari siti che indicizzano e valutano le riviste fornendo informazioni utili come la presenza o meno di tariffe per la pubblicazione, i tempi medi di accettazione e pubblicazione di un articolo o la possibilità o meno di pubblicare ad accesso aperto.

Anna Sharman afferma che lo strumento necessitava di aggiornamenti costanti, ed era arrivato al punto di dover essere sostanzialmente ricostruito per supportare correttamente i vari browser e per l’accessibilità, quindi ha pensato di “sacrificarlo” per dare più energia all’altra attività di cui si occupa, la formazione su come scrivere ed essere pubblicati in ambito scientifico.

Manuale per formatori della scienza aperta

manuale scienza aperta

Segnaliamo la versione italiana dell’Open Science Training Handbook. La traduzione italiana, Manuale per formatori della scienza aperta, è stata coordinata dalla Direzione ricerca e Sistema bibliotecario di ateneo dell’Università di Trento con il patrocinio del Gruppo di lavoro italiano di supporto alla open science (IOSSG). 

Il manuale, scritto da un gruppo di quattordici autori e pubblicato da FOSTER, è un utile strumento per documentarsi sulla scienza aperta ma anche soprattutto per chiunque voglia far conoscere e formare sulla scienza aperta.

I contenuti toccano i diversi aspetti della scienza aperta: accesso aperto delle pubblicazioni, dati grezzi della ricerca, open peer review ma offrono anche numerose risorse didattiche aperte per l’apprendimento e l’insegnamento della scienza aperta. A questo si aggiunge una variegata proposta di esercitazioni pratiche su argomenti e finalità specifici con suggerimenti su come organizzare attività di advocacy.

Obiettivo principale di questo lavoro corale è quello di riuscire a motivare ricercatori e scienziati ad abbracciare la scienza aperta (nonostante questo comporti un carico maggiore di lavoro).

Il manuale, tradotto in diverse lingue, è in divenire, pertanto potrà essere ampliato ed aggiornato dalla piattaforma GitHub, dove è gestito.

OA.Works

oa.worksOpen Access Button, associazione senza scopo di lucro che progetta strumenti gratuiti e open source per facilitare l’accesso aperto, ha annunciato di aver modificato il proprio nome in OA.Works. Il significato di questa nuova denominazione serve proprio a ribadire quella che è la base su cui poggia tutto il lavoro del gruppo: l’accesso aperto funziona.

Al momento gli strumenti creati da OA.Works sono:

Oa button, estensione gratuita del browser che effettua la ricerca di un articolo, anche a pagamento, in migliaia di siti rendendo accessibile all’utente la versione open access, in maniera gratuita e legale

Share your paper, servizio che aiuta a ricevere informazioni sul copyright del proprio articolo in modo da trovare una soluzione per renderlo liberamente accessibile tramite autoarchiviazione

InstantILL, pensato appositamente per le biblioteche, facilita il processo di document delivery ricercando gli articoli richiesti non solo nel posseduto della biblioteca ma anche tra le eventuali versioni ad accesso aperto

Le Article Level Metrics (ALM) di PLoS vanno in pensione

donutPublic Library of Science (PLoS) è stato il primo editore scientifico a proporre l’uso di metriche che fossero alternative e complementari alle metriche tradizionali utilizzate per valutare la produzione scientifica implementando, nel 2009, la piattaforma ALM (Article Level Metrics). 

Da allora, il movimento che ha poi nel tempo appoggiato l’uso delle metriche alternative (le cosiddette altmetrics) ha avuto un tale successo che al suo interno sono nati vari fornitori specializzati nella raccolta e nella cura di metriche relative a come i risultati della ricerca vengono utilizzati e discussi. Altmetric, in particolare, ha superato di gran lunga la portata e le capacità delle ALM e PLoS ha deciso di non tracciare più personalmente le metriche relative ai propri articoli e di affidarsi a quello che è ormai considerato il fornitore di metriche alternative più importante sul mercato.

A partire dalla scorsa settimana, quindi, tutti i dati relativi ai singoli articoli visualizzati sotto la dicitura “Metrics” e “Media coverage” riportano i dati di Altmetric.

Compass to publish

CompassL’Università di Liegi ha creato uno strumento, Compass to publish, attualmente in beta, per aiutare la comunità scientifica a comprendere meglio il problema dei predatory publishers tramite la valutazione del grado di affidabilità di una rivista Open Access che chieda il pagamento delle APC per pubblicare.

I ricercatori sono invitati a rispondere a una serie di domande (26) sulla rivista sulla quale intendono pubblicare e, a seconda delle risposte fornite, verrà loro indicato il grado di affidabilità della rivista: dal rosso brillante per le riviste ad alto rischio al verde scuro per le riviste che non mostrano comportamenti ingannevoli.

Il risultato si basa su punteggi dati alle risposte alle domande che vanno a stabilire il grado di autenticità della rivista che può andare da -20 (rivista sicuramente predatoria) a +20 (nessun sospetto di comportamento ingannevole), non pretende di offrire una valutazione formale in pochi click ma mira a coinvolgere i ricercatori in un processo critico e analitico. Per ogni domanda, infatti, il sistema ha predisposto link diretti per andare immediatamente ad approfondire la questione e verificare la risposta corretta.

Per chi vuole approfondire, sul sito viene spiegata, nei minimi dettagli, tutta la griglia metodologica che è alla base di Compass to publish.

scite: nuovo plug-in per Zotero

Zotero, strumento per la gestione dei riferimenti bibliografici open source (RMS), si è recentemente dotato di un nuovo plug-in: scite

scite è una piattaforma che aiuta a valutare e scoprire articoli scientifici grazie alle smart citations, citazioni che non si limitano ad indicare quante volte un articolo viene citato, ma forniscono anche il contesto ed il significato di ciascuna citazione, ad esempio se fornisce prove a sostegno o, al contrario, che contraddicono i risultati dell’articolo citato. 

Lo sviluppo del plug-in scite per Zotero rende ora molto facile verificare come vengono citati gli articoli presenti nella propria libreria e vedere a colpo d’occhio se sono stati supportati, contestati o semplicemente menzionati da altri articoli. 

Per ogni articolo presente nella propria libreria, Zotero scite produce inoltre dei report nei quali le citazioni ricevute possono essere filtrate per classificazione (a supporto, contestazione o sola menzione), parola chiave, posizione nell’articolo (introduzione, metodi, risultati, ecc.) o tipo di articolo (journal article, preprint, libro, capitolo di libro, ecc.).

E’ online la nuova versione del database Sherpa Romeo

Sherpa RomeoIl 18 giugno Jisc ha rilasciato una nuova versione di Sherpa Romeo, risorsa online che aggrega e analizza le politiche di accesso aperto degli editori di tutto il mondo, insieme a Sherpa Fact, servizio che fornisce ai ricercatori chiare indicazioni sulla conformità delle riviste alle politiche di accesso aperto di un ente finanziatore.

In questa nuova versione sono stati apportati cambiamenti che migliorano l’usabilità complessiva del database, tra cui un’interfaccia più moderna con un migliore supporto per i dispositivi mobili, un miglioramento delle funzioni di ricerca e navigazione che rende più veloce il recupero delle informazioni di cui si ha bisogno, un nuovo layout di presentazione dei risultati che semplifica la comprensione delle diverse politiche degli editori e una rappresentazione grafica chiara e semplice per presentare le varie opzioni offerte.

Una novità che non è passata inosservata è che gli editori non sono più classificati secondo i famosi colori Romeo, questo perché le politiche editoriali negli ultimi anni sono divenute troppo complesse e quindi non più rappresentabili da semplici colori.

La vecchia versione rimarrà ancora visibile online fino al 31 luglio.

Un nuovo modo per condividere i propri lavori: shareyourpaper.org

shareyourpaperL’associazione no-profit Open Access Button, in collaborazione con la biblioteca dell’Università statale del Montana, ha creato una piattaforma per rendere estremamente semplice condividere i propri lavori in maniera legale tramite l’autoarchiviazione: shareyourpaper.org.

Alla base dell’idea di questa piattaforma, attualmente ancora in versione beta, c’è la volontà di automatizzare il flusso di lavoro richiesto dall’autoarchiviazione per semplificare il più possibile il lavoro degli autori, o di chi carica il lavoro per loro, completando moduli, controllando ciò che è possibile archiviare legalmente tramite Sherpa/Romeo e verificando che venga condivisa la versione permessa del lavoro. 

Gli autori devono semplicemente collegarsi a shareyourpaper.org e caricare il DOI relativo al proprio lavoro per permettere al sistema di fare una ricerca e stabilire cosa è possibile fare con il documento in questione. Una volta che il sistema dà il via libera alla condivisione, devono caricare la versione che intendono condividere ed il sistema provvederà a controllare se è la versione corretta e a produrre istantaneamente un link al testo, liberamente accessibile e visualizzabile su Google Scholar, Web of Science, Zenodo, un proprio sito personale ed altro.

Unsub

unsubUnpaywall journals, il servizio creato dal gruppo di Our Research (i cui fondatori sono Jason Priem ed Heather Piwowar) per aiutare i bibliotecari a gestire al meglio i propri abbonamenti ai periodici sostituendo i costosi Big Deal con raccolte più piccole e personalizzate di titoli, ha cambiato nome: unsub. Il cambiamento del nome è stato deciso a causa di alcune importanti modifiche apportate a questo strumento, prima fra tutte l’aggiunta di ulteriori risorse su cui fa affidamento il servizio (prima era solo Unpaywall). Altra motivazione è stata che lo scopo di unsub ora è principalmente quello di supportare in maniera attiva la chiusura ragionata degli abbonamenti per favorire un accesso più mirato ai bisogni dell’utenza delle biblioteche.

Per saperne di più si può fare un tour online di unsub su Vimeo