OA.Works

oa.worksOpen Access Button, associazione senza scopo di lucro che progetta strumenti gratuiti e open source per facilitare l’accesso aperto, ha annunciato di aver modificato il proprio nome in OA.Works. Il significato di questa nuova denominazione serve proprio a ribadire quella che è la base su cui poggia tutto il lavoro del gruppo: l’accesso aperto funziona.

Al momento gli strumenti creati da OA.Works sono:

Oa button, estensione gratuita del browser che effettua la ricerca di un articolo, anche a pagamento, in migliaia di siti rendendo accessibile all’utente la versione open access, in maniera gratuita e legale

Share your paper, servizio che aiuta a ricevere informazioni sul copyright del proprio articolo in modo da trovare una soluzione per renderlo liberamente accessibile tramite autoarchiviazione

InstantILL, pensato appositamente per le biblioteche, facilita il processo di document delivery ricercando gli articoli richiesti non solo nel posseduto della biblioteca ma anche tra le eventuali versioni ad accesso aperto

Il nuovo Open Access Button

oabuttonnuovoIl 21 ottobre è stato presentato a Londra il nuovo Open Access Button,
arricchito di funzionalità per “aiutare ricercatori, pazienti, studenti e pubblico ad ottenere l’accesso alla ricerca scientifica e accademica”.
Il bottone registra l’accesso negato ad una pubblicazione e ne ricerca una copia liberamente accessibile attraverso Google Scholar e CORE o contattando gli autori.
Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questo progetto segnaliamo:
-il sito web dell’Open Access Button;
-il blog dell’Open Access Button;
-gli hashtag di Twitter #openaccesbutton, #buttonlaunch

Open Access Button

openaccessbuttonIl 18 novembre scorso è stato presentato alla conferenza Berlin 11 Students and Early Stage Researchers il progetto Open Access Button. Lo scopo è quello di registrare in tempo reale, attraverso le segnalazioni fatte dagli utenti con l’apposito bottone, il divieto di accesso agli articoli. Le informazioni raccolte confluiscono nella mappatura a livello mondiale dei luoghi in cui è negato il libero accesso alle risorse. Inoltre il progetto prevede un supporto per il recupero delle pubblicazioni negate attraverso Google Scholar o con l’invio di una richiesta dell’articolo via mail all’autore. Per aderire all’iniziativa basta registrarsi sul sito http://www.openaccessbutton.org/ e trascinare il pulsante sulla propria barra degli strumenti.