Nuova versione di Dryad

dryadLa scorsa settimana è stato annunciato il lancio di una nuova versione di Dryad (archivio dei dati della ricerca) con funzionalità incentrate sul far sì che la pubblicazione dei dati diventi sempre più semplice per i ricercatori. 
Tra le novità segnaliamo che:

  • l’archivio ora supporta anche i set di dati inviati in modo indipendente e non solo quelli che fanno parte di un articolo inviato ad una rivista
  • i dati possono essere caricati direttamente da cloud o dal server di un laboratorio
  • i set di dati possono avere dimensioni fino a 300 GB
  • i set di dati possono essere facilmente aggiornati o modificati in qualsiasi momento
  • vengono aggiornate e visualizzate, per ogni set di dati pubblicato, le statistiche d’uso e la citazione dei dati 
  • sono state create nuove API (applicazioni che rendono più immediato l’uso di alcune funzionalità informatiche) per facilitare il lavoro sui dati

Molto interessante anche tutto il lavoro che sta facendo il gruppo di lavoro di Dryad per rendere questo archivio di dati sempre più interoperabile: 

  • integrazione con piattaforme editoriali come Editorial Manager, ScholarOne e PubSweet 
  • collaborazione con PubMed per consentire anche la ricerca dei set di dati, archiviati in Dryad, relativi agli articoli indicizzati da questa importante banca dati biomedica
  • collaborazione con Zenodo, altro importante archivio dei dati della ricerca

figshare per le istituzioni

figshareFigshare, uno tra i più conosciuti archivi di dati aperti, ha annunciato di aver messo a punto un servizio dedicato alle istituzioni di ricerca. Figshare for institutions si propone di offrire uno spazio in cui le istituzioni possono archiviare tutti gli output relativi alla ricerca da loro prodotta (non solo set di dati, ma anche video, poster, ecc.)  dando maggior visibilità alla loro attività e permettendo, grazie alla sua integrazione con le altmetrics, di misurare il loro impatto immediato. L’archivio può essere integrato con i sistemi gestionali già in utilizzo come, ad esempio, i repositories istituzionali. Il servizio è a pagamento e l’importo varia in base alle dimensioni  dell’istituzione.

Databib e re3data.org annunciano la loro collaborazione

dataciteLe due principali directory di archivi aperti di dati, Databib e re3data.org, hanno annunciato una collaborazione che si propone di unire in un unico servizio i due progetti. La nuova directory, che si chiamerà “re3data.org – Registry of Research Data Repositories”, sarà operativa da fine 2015 sotto la direzione di DataCite.
I principi cardine per lo sviluppo della directory si baseranno: sulla completa apertura dei dati, sul controllo di qualità continuo, sullo sviluppo di nuove funzionalità, sulla gestione condivisa e sostenibilità del progetto.

Nuova pagina su Bibliosan 2.0 dedicata ai Research Data Repositories

ResearchdatarepositoriesBibliosan 2.0 si arricchisce di nuovi contenuti occupandosi dei dati aperti della ricerca e, in particolare, dei repository preposti alla loro archiviazione. Sono state raccolte nella nuova pagina Research Data Repositories, collocata nelle Risorse per la Condivisione del sito, le informazioni di base su questa tematica, sulle caratteristiche generali degli archivi di dati e sulle funzionalità specifiche di alcuni di questi. Per approfondire la tematica segnaliamo un articolo recentemente pubblicato su Plos Biology nel quale si promuove una pratica dell’autoarchiviazione basata sulla riduzione dei costi, periodi di embargo più flessibili, una maggiore comunicazione tra chi archivia e chi riutilizza i dati, norme etiche sul riuso e una corretta citazione di questi dati.