Project JASPER

jasperIl progetto JASPER (JournAlS are Preserved forevER) è un’iniziativa nata per assicurare la conservazione a lungo termine delle riviste ad accesso aperto. È stato lanciato in occasione della Giornata mondiale della conservazione nel 2020 in risposta ad un preprint Open is not forever (ora pubblicato sul Journal of the Association for Information Science and Technology ) che mostrava che le riviste online, sia ad accesso aperto che chiuso, possono semplicemente scomparire da Internet.

Il progetto, attualmente in fase iniziale, vede la collaborazione di CLOCKSS, DOAJ, Internet Archive, Keepers Registry e PKP, ed è indirizzato a favorire la pratica della conservazione a lungo termine delle riviste ad accesso aperto pubblicate da editori che non hanno le risorse economiche per permettersi di pagare per i servizi attualmente disponibili sul mercato. Partendo da un elenco di riviste indicizzate in DOAJ che non fanno pagare le APC (definite “diamond” OA), i cinque partner in questa prima fase del progetto stanno studiando quale possa essere la via più sostenibile per facilitare l’archiviazione di riviste. In questa fase il Progetto sta coinvolgendo servizi di archiviazione che già partecipano al Keepers Registry, più avanti sarà allargato ad altri.

DOAJ sigla un accordo per favorire la conservazione a lungo termine delle riviste ad accesso aperto

doaj2DOAJ, CLOCKSS, Internet Archive, Keepers Registry e Public Knowledge Project (PKP) hanno ufficialmente annunciato di aver iniziato una collaborazione per favorire la pratica della conservazione a lungo termine delle riviste ad accesso aperto pubblicate da editori che non hanno le risorse economiche per permettersi di pagare per i servizi attualmente disponibili sul mercato.

Questa iniziativa nasce dopo che è stato pubblicato uno studio, Open is not forever, scritto da M. Laakso, L. Matthias e N. Jahn, che ha dato luogo a numerosi dibattiti sull’effettivo rischio di scomparsa delle riviste accademiche ad accesso aperto in formato digitale.

L’iniziativa congiunta di queste organizzazioni mira ad offrire un’opzione di archiviazione a prezzi accessibili alle riviste ad accesso aperto registrate su DOAJ, e che non fanno pagare le APCs (definite  “diamond” OA), e a sensibilizzare gli editori sull’importanza di avere una soluzione di conservazione a lungo termine. DOAJ avrà la funzione di singola interfaccia con CLOCKSS, PKP e Internet Archive e lavorerà per facilitare la connessione a questi servizi per le riviste interessate.

Come prima iniziativa, constatato che circa il 50% delle riviste identificate da DOAJ come prive di soluzioni di conservazione a lungo termine utilizza Open Journal System (OJS), si partirà con l’incoraggiare gli editori di tali riviste a preservare i propri contenuti nel PKP Preservation Network (PKP PN) o con l’aiutarli a trovare un’altra soluzione se la versione di OJS che utilizzano non è abbastanza recente da essere compatibile con tale soluzione.

DOAJ Best Practice Guide

doaj2DOAJ ha lanciato una guida alle best practice DOAJSi tratta di una risorsa web che, oltre ad illustrare i criteri di selezione adottati da DOAJ per includere riviste nella directory, offre una serie di risorse e strumenti utili per supportare ricercatori, editori e bibliotecari nell’identificazione delle riviste ad accesso aperto “autorevoli”. 
La guida, sviluppata e curata dal team DOAJ e costantemente aggiornata, vuole essere anche un luogo dove raccogliere discussioni relative all’accesso aperto e ai suoi sviluppi.
La Guida si propone in particolare di:

  • Evidenziare le questioni relative a pratiche editoriali discutibili;
  • Fornire una checklist di criteri per aiutare a identificare gli editori discutibili;
  • Sulla scia dell’iniziativa ThinkCheckSubmit, identificare altri strumenti utili per scegliere a quali riviste inviare il proprio articolo per la pubblicazione.

I curatori invitano a segnalare eventuali ulteriori risorse da includere nella Guida.

DOAJ si rinnova

doajDopo un importante lavoro di rigorosa revisione per alzare il livello di qualità delle riviste che elenca (al momento 10,486 titoli di cui 6,285 ricercabili anche a livello di articolo), il database dei periodici open access DOAJ propone importanti innovazioni. Tra queste, un marchio di qualità (DOAJ seal), una maggiore attenzione ai metadati assegnati per favorire il riutilizzo dei dati e per permettere a Google Scholar di scansionare e indicizzare i singoli articoli, e la possibilità di fare una ricerca per soggetti più accurata in quanto le riviste e gli articoli sono stati indicizzati utilizzando la Library of Congress Classification. Ci vorrà ancora un pò di tempo per uniformare i dati, anche perchè questo lavoro di revisione viene fatto esclusivamente da volontarima tutte queste implementazioni renderanno sicuramente il sito più completo ed autorevole.

Nuovo modulo di domanda per aderire a DOAJ

doajLa Directory of Open Access Journals (DOAJ) ha annunciato lo scorso marzo di aver prodotto  un nuovo modulo  da compilare a cura degli editori che vogliono essere inseriti nel suo elenco di riviste ad accesso aperto. Il modulo è stato strutturato in modo da contemplare il maggior numero di indicatori della qualità delle riviste e introduce la possibilità per queste riviste di ricevere un marchio (seal) che attesti la loro totale rispondenza ai criteri DOAJ. Anche gli editori delle riviste già inserite nell’elenco dovranno fornire gli ulteriori dati richiesti in modo da valutare le riviste alla luce dei nuovi standard.

 

Nuovi criteri di selezione per DOAJ

doajiconLa Directory of Open Access Journals (DOAJ) ha annunciato lo scorso 12 giugno di aver definito dei nuovi criteri di selezione per le riviste che indicizza. Il set di criteri, consultabile sulla pagina web dell’annuncio, sarà disponibile fino al 15 luglio per commenti e revisioni, da inviare al community manager Dominic Mitchell o da postare su Twitter utilizzando l’hashtag #doajcriteria.