Prime reazioni degli editori a PlanS

pLANsÉ della settimana scorsa un interessante post, pubblicato su Science magazine, che riporta le prime reazioni di alcuni editori nel tentativo di soddisfare i criteri stabiliti da Plan S,  in particolare il punto che prevede che dal 1 gennaio 2020, ogni articolo dovrà essere pubblicato in Open Access immediato (nessun embargo possibile) con una licenza CC-BY (Creative Commons Attribuzione, per il massimo riuso) su riviste o piattaforme ad accesso aperto, stabilendo un tetto massimo alle APC, qualora richieste, e non ammettendo alcun tipo di pubblicazione ibrida.

Alcuni editori stanno prendendo in considerazione un approccio che sperano sia conforme al Plan S e al tempo stesso gli permetta di mantenere inalterato il ricavato dagli abbonamenti: permettere agli autori di pubblicare i propri manoscritti in archivi aperti non appena i loro articoli saranno pubblicati. Ritengono infatti che offrire agli autori la green road sia l’opzione meno pericolosa, poiché solo il 3,3% circa degli articoli pubblicati sono scritti da autori che ricevono sostegno dai finanziatori di Plan S.

Si tratta sostanzialmente della cosiddetta “green road”, da sempre caldeggiata dai promotori del movimento Open Access, e prevista dalla bozza del PlanS.

L’articolo riporta le posizioni di diversi editori che al momento sembrano favorire questa soluzione rispetto alla possibilità di convertire le proprie riviste in riviste ad accesso aperto (“gold road”), ma anche la perplessità di altri, come ad esempio Springer Nature, che ad oggi valuta la “gold road” la soluzione più sostenibile.

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