Un nuovo rapporto sul panorama globale dell’Open Access: un focus sulla situazione in Cina

Un nuovo rapporto fornisce approfondimenti sul complesso ed evolutivo panorama globale dell’accesso aperto con un’attenzione particolare alla Cina. Il rapporto è il risultato di una collaborazione tra la STM Association e la China Association for Science and Technology (CAST) incentrata sulla condivisione di idee e buone pratiche nell’editoria Open Access (OA).

Il documento è approfondito e presenta una rassegna di modelli OA dei vari paesi del mondo. Secondo il documento anche la Cina sta passando all’OA e le sue organizzazioni editoriali stanno vivendo cambiamenti e sfide simili a quelle degli editori internazionali. Come altri paesi infatti, anche la Cina sta assistendo all’accelerazione verso l’accesso aperto e i dati sugli articoli pubblicati di recente mostrano come il Gold OA stia emergendo come modello più popolare nel paese asiatico.

La rapida transizione globale verso l’accesso aperto implica, da un lato tempi di pubblicazione accelerati e crescenti nonchè aspettative sull’immediatezza dell’accesso, dall’altro la necessità di trovare nuovi modi per garantire l’integrità di quanto diffuso.

In particolare questo paese ha ancora un grande potenziale nell’editoria ad accesso aperto in particolare per il suo considerevole numero di riviste scientifiche in lingua cinese.

Il rapporto è disponibile al seguente link: https://www.stm-assoc.org/cast-report/

Dieci buone pratiche per la gestione dei preprint negli archivi “generalisti” e/o istituzionali

Come sappiamo i depositi istituzionali e generalisti hanno un ruolo importante nel sostenere la condivisione dei preprint a livello internazionale; man mano che la condivisione dei preprint diventa più comune, è necessario un ecosistema coeso e sostenibile per supportare i ricercatori di tutto il mondo.

Attualmente esistono numerose lacune nella copertura geografica e di dominio e non pochi autori scelgono di depositare i loro risultati di ricerca in altri tipi di archivio, come quelli istituzionali o generalisti. Ad esempio, molti server consentono di inviare i risultati solo in inglese, il che può rappresentare un limite per i ricercatori che lavorano in altre lingue; oppure i ricercatori potrebbero voler ospitare i loro preprint nel proprio Paese o nella propria regione per rispettare le politiche nazionali o altri tipi di opzioni; non ultimo, è sempre aperta la questione del finanziamento a lungo termine di molti server in quanto spesso si basano su finanziamenti a breve termine. Quindi, una rete distribuita in grado di supportare la condivisione dei preprint su una serie di piattaforme potrebbe contribuire alla sostenibilità del sistema.

Per colmare queste lacune, COAR-ASAPbio, un gruppo di lavoro sui preprint nei repository, ha identificato dieci buone pratiche per la gestione dei preprint in tre aree: collegamento, scoperta, processi editoriali. Sebbene molte di queste non siano attualmente in uso, ci si aspetta che tali raccomandazioni incoraggino gli archivi di tutto il mondo che raccolgono preprint a iniziare ad applicarle a livello locale.

Per approfondimento: https://www.coar-repositories.org  e https://www.coar-repositories.org/preprints-and-working-papers/

 

Knowledge Graph per le informazioni sui brevetti

Accedere alle conoscenze brevettuali e sfruttarle a beneficio della società, per i ricercatori è un’impresa complessa e impegnativa.

Per indagare sul bisogno delle conoscenze brevettuali e sul loro potenziale utilizzo nella ricerca, il FIZ Karlsruhe – Leibniz Institute for Information Infrastructure e il Leibniz Institute for Plasma Science and Technology e.V. (INP), entrambi con base in Germania, hanno condotto un’indagine in diversi istituti Leibniz; i risultati hanno confermato la necessità di conoscenze brevettuali da parte dei ricercatori e hanno contribuito a identificare i principali ostacoli e lacune.

Il progetto “Patents4Science”, finanziato dalla Fondazione tedesca per la ricerca (DFG), creerà nei prossimi tre anni un grafo di conoscenza incentrato sul paziente e basato su Linked Open Data, il Patent Knowledge Graph, che disporrà di questa moderna infrastruttura informativa per collegare le conoscenze brevettuali con la letteratura scientifica e altre informazioni specifiche del settore.

I ricercatori avranno così accesso a nuovi approcci e soluzioni, esperimenti o specifiche tecniche che non sono state pubblicate altrove attraverso servizi informativi (semantici) dedicati.

Pe approfondimenti: Knowledgespeak.com

API per i dati e le metriche: webinar di Web of Science

Le API (Application Programming Interface) è un insieme di procedure che consente un collegamento e un passaggio di informazioni a livello strutturale tra diversi computer o tra diverse applicazioni.

Sono uno strumento molto diffuso e possono essere sviluppate sia da società private (per es Microsoft) sia in open source.

Le API di Web of Science integrano i dati di pubblicazioni e citazioni della letteratura scientifica consentendo a chi ne fa uso una maggiore capacità di analisi e valutazione.

Per avere una panoramica su questo argomento Clarivate organizza un Webinar, in programmazione mercoledì 30 novembre 2022 alle ore 11.00, durante il quale saranno presentati “casi” pratici d’utilizzo e verranno illustrate le modalità per ottenere l’accesso a questi interessanti strumenti.

Per registrarsi al Webinar andare al seguente link.

Institute for Scientific Information Research Performance 2022

Clarivate ha recentemente pubblicato un interessante Report che fornisce una serie di informazioni sui trend della ricerca nei 19 stati membri del G20. Le economie del G20 rappresentano più dell’80% del prodotto interno lordo mondiale e due terzi della popolazione globale: si tratta quindi di un documento utile per farsi una idea delle tendenze generali sugli investimenti nella ricerca, sulle discipline trainanti e più produttive, sulle collaborazioni internazionali e sui modelli di pubblicazione più usati, attraverso l’uso di numerose di metriche per la valutazione della performance nel campo della ricerca.

Per ciascuno dei 19 paesi il Report mostra nel dettaglio, con l’aiuto di grafici, dapprima informazioni sulla popolazione e sul numero di ricercatori, sul prodotto interno lordo e su altri indicatori di tipo economico, poi una serie di elementi chiave come l’aumento e l’impatto delle collaborazioni internazionali, l’impatto delle citazioni per numero di pubblicazioni prodotte, i trend nella produttività in base ai finanziamenti ricevuti e al numero di ricercatori, la crescita dell’open access.

Le primissime pagine del documento forniscono, invece, una sintesi di poche righe per ciascun paese. A proposito dell’Italia si legge questo rilevante inciso: “Government investment remains low, but productivity continues to be unaffected. Output by researcher is well above the G20 average. Collaborative impact is around world average for both domestic and international output. Open access output has recently exceeded the G20 trend, driven by the sciences.”

E’ possibile accedere al Report al seguente link: https://clarivate.com/blog/clarivate-releases-annual-g20-scorecard-of-research-performance-for-2022/

Spiegare la peer review

Peer review, questo sconosciuto!

A molti ricercatori e autori alle prime armi può sfuggire l’intero processo editoriale che porta alla pubblicazione di un manoscritto e di cui la revisione è un elemento fondamentale. Chi sono i revisori? Come fanno il loro lavoro? Come vengono scelti? Cosa fa il Journal Editorial Office?

A queste e ad altre domande risponde questo facile e maneggevole White Paper realizzato da Straive, una piattaforma che fornisce servizi in outsourcing a editori e ad altri Enti che si occupano di formazione e di informazione. Il documento, dal titolo “Peer Review Management – Challenges & Opportunities” è accessibile gratuitamente sul sito straive.com fornendo semplicemente un indirizzo e-mail più qualche dato anagrafico e in pochi secondi lo si troverà nel proprio account di posta elettronica.

La peer review, nonostante venga realizzata con modalità consolidate da tempo e ormai standardizzate, sta cambiando anche in virtù dell’uso della tecnologia e dell’innovazione nel mondo editoriale consentendo l’applicazione di nuovi metodi e l’introduzione di nuove pratiche, come ad esempio l’open peer review. Per questo un White Paper, come quello prodotto da Straive, può essere un’ottima introduzione all’argomento e può fornire spunti di approfondimento.

OpenAIRE lancia EUTOPIA Open Research Portal

OpenAIRE (https://www.openaire.eu) ha lanciato EUTOPIA Open Research Portal (https://eutopia.openaire.eu), un servizio per accedere ai risultati della ricerca e nato dalla collaborazione con la stessa OpenAIRE, l’infrastruttura di comunicazione accademica paneuropea che sviluppa e gestisce servizi per la Scienza Aperta.

Attualmente il portale consente la ricerca di oltre 660.000 “output”, tra cui 435.000 pubblicazioni e set di dati Open Access.

Funzionalità aggiuntive, fornite da OpenAIRE, consentono di filtrare gli “output” in base a obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals), argomenti scientifici, lingua, tipo di documento etc…

EUTOPIA Open Research Portal è inoltre concepito con l’obiettivo di facilitare la collaborazione e lo scambio tra i ricercatori EUTOPIA (un’alleanza di 10 Universita’ https://eutopia.openaire.) e non solo.

La visione del progetto è quella di riuscire ad espandere le funzionalità del portale incrementandolo con fonti di dati istituzionali, includendo quelli non archiviati nei Repository di EUTOPIA, tramite OpenAIRE Research Graph (https://graph.openaire.eu), risorsa aperta che aggrega dati/metadati di ricerca per renderli disponibili a finanziatori, organizzazioni, ricercatori, comunità di ricerca ed editori al fine di collegare le informazioni costruendo reti di relazioni e connessioni tra documenti.

The State of Open Data Report 2022

Giunto alla settima edizione, il Report sullo stato degli Open Data raccoglie da una vasta platea di ricercatori informazioni sulla propensione e sulle difficoltà nel seguire le policy di data sharing stabilite dagli enti finanziatori della ricerca.

Frutto di una collaborazione tra Digital Science, Figshare e Springer Nature, il documento evidenzia come, se da una parte 4 ricercatori su 5 abbracciano il concetto di Open Data e di Open Science, rivelando un trend in crescita, dall’altra emerge la necessità di maggiore supporto per quanto riguarda le informazioni sulle policy di accesso, la condivisione e il riutilizzo dei dati (55%), nonché sulle strategie di data management e di conservazione a lungo termine dei dati (52%). Il questionario, compilato da 5400 ricercatori, mostra anche che questi sono più inclini a condividere i loro dati di ricerca là dove tale pratica può avere un impatto sulle citazioni (67%) e sulla visibilità della loro ricerca (61%), e che la loro maggiore propensione all’Open Science è incentivata anche dalle policy degli enti finanziatori della ricerca (70%).

Attraverso le pagine web di Springer Nature è possibile leggere il comunicato stampa uscito lo scorso 13 ottobre, mentre il documento intero è consultabile qui.

Workshop EAHIL 2023: call for abstracts

Anche nel 2023 avrà luogo il convegno organizzato dall’EAHIL (European Association for Health Information and Libraries) che si svolgerà dal 12 al 16 giugno a Trondheim (Norvegia).

Come noto EAHIL supporta la cooperazione e lo scambio di informazioni ed esperienze tra i suoi membri principalmente attraverso un incontro annuale, una rivista (http://ojs.eahil.eu/ojs/index.php/JEAHIL) e una lista di discussione molto attiva tra i suoi partecipanti.

L’argomento del prossimo convegno sarà “Radical positive change agents” facendo chiaramente riferimento al ruolo dei bibliotecari: alcune delle questioni che saranno discusse riguarderanno il modo in cui i bibliotecari possono unirsi per promuovere delle pratiche più sostenibili e come possono essere più visibili ed avere più impatto.

Fino al primo novembre 2022 è possibile inviare un abstract strutturato per partecipare alle seguenti sessioni: Oral presentations, Interactive workshops, Continuing education courses (CECs), Teachmeet presentations.

Per maggiori informazioni: https://eahil2023.org/

Journal Comparison Service (JCS) per biblioteche e consorzi bibliotecari

Da oggi, le biblioteche e i consorzi di biblioteche che negoziano e partecipano ad accordi Open Access con gli editori possono iscriversi al PlanS JCS, un portale sicuro e gratuito che mira a far luce sui costi e sui servizi editoriali consentendo, a coloro che acquistano servizi editoriali, di comprendere meglio come riviste ed editori si confrontano su una serie di indicatori chiave.

Registrandosi gratuitamente al JCS, le Istituzioni e i Consorzi bibliotecari coinvolti nella negoziazione con gli editori negli accordi Open Access possono ottenere informazioni più trasparenti su prezzi e servizi in modo più dettagliato, come la frequenza di pubblicazione, i tempi di lavorazione dall’invio all’accettazione, la gamma di prezzi relativi alle APC e i prezzi di abbonamento, consentendo di comprendere meglio quali servizi acquistare e i livelli di servizio offerti dagli editori valutandone la coerenza.

Il portale è stato lanciato nel maggio 2022 ed entro ottobre gli editori potranno depositare presso questa piattaforma i dati relativi ai costi e ai servizi 2021 rispondendo così ai bandi della comunità di ricerca che richiede maggiore trasparenza su questi temi.

Per approfondimenti: https://journalcomparisonservice.org e https://www.coalition-s.org/journal-comparison-service

Per informazioni inviare e-mail a: info@coalition-s.org